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Chiusure alternative? Meglio complementari.

Guardando al mercato delle chiusure per il settore enologico di qualche anno fa, oggi ci troviamo di fronte uno scenario rivoluzionato.

L’aumento della qualità media del vino ha causato un aumento della qualità media del packaging. Attualmente, diverse sono le tipologie di chiusure presenti sul mercato: la scelta dipende sia dalle esigenze qualitative che dalle esigenze di fruibilità.

Oltre 15 anni fa si sono affacciati sul mercato i primi prodotti “sintetici”, con l’obiettivo di dare una risposta concreta alle problematiche quantitative e qualitative dei tappi in sughero. Oggi i prodotti sintetici costituiscono una valida alternativa alle chiusure “con cavatappi”.

Oltre 10 anni fa è arrivato poi il restyling del tappo a vite, che ha permesso di eliminare l’utilizzo del cavatappi. Restyling che ha previsto un allungamento e restringimento del tappo, migliorandone la chiusura meccanica. Questa soluzione, oltre all’invidiabile praticità, garantisce la totale qualità organolettica del vino. I paesi anglofoni hanno contribuito ad aumentare la richiesta di questa chiusura, divenuta sempre più attrattiva. Grazie alla collaborazione con lo storico partner Federfin Tech, possiamo considerarci leader del mercato per questo prodotto.  

Parlando di altre chiusure alternative, il Bag in Box rappresenta una soluzione pratica e particolarmente apprezzata nei paesi nordici. L’accurata selezione dei partner, in questo caso dell’azienda portoghese Vertical Bag, ci permette di offrire prodotti e servizi di qualità.

Oltre al sughero possiamo quindi dirci orgogliosi di poter offrire ai clienti una gamma completa di chiusure ‘alternative’, o, come preferiamo definirle, ‘complementari’, che si integrano perfettamente alle chiusure tradizionali.  

Pubblicato sul Corriere Vinicolo, N. 28 del 5 settembre 2022.

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